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“Il Corponauta” – La genesi del nuovo album – HAMELIN PROG 2016

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Se foste un musicista/produttore, giusto per fare un esempio diciamo Fabio Zuffanti, e vi arrivassero quasi tre ore di musica di cui non trovate (udite) né capo né coda, da parte di una band che vuole essere prodotta da voi, come vi comportereste?

A fine 2013 mandammo a Fabio quasi tutto quello che avevamo abbozzato in tre anni di lavoro, e che a nostro avviso doveva essere pubblicato in due lavori ben distinti: un disco altamente sperimentale e un concept album ispirato al libro “Il Corponauta”. Eravamo certi della validità di quel materiale e sin da subito ci eravamo imposti di proporlo solo a realtà che avrebbero seguito seriamente la sua realizzazione. A ripensarci ora è incredibile come Fabio abbia voluto andare a fondo con il nostro progetto: riascoltando quelle demo quasi stentiamo a crederci, era tutto così confuso e caotico, e per lo più si trattava di improvvisazioni davvero lunghe.

Per tutto il 2014 abbiamo lavorato alla sgrossatura e alla definizione dei brani, cercando di mantenere il più possibile la spontaneità espressa nelle sessioni di composizione e focalizzandoci sugli obbiettivi: il nostro desiderio era quello di entrare nel mondo del progressive senza essere la brutta o bella copia di nessuno, e Fabio si è prestato volentieri a questa sfida aiutandoci ad ottenere un prodotto di cui siamo pienamente soddisfatti. Su suo suggerimento abbiamo aggiunto strumenti come flauto traverso, sax e mellotron, che hanno dato nuova linfa al nostro sound.

Siamo entrati negli studi di Altrefrequenze a Brescia nel Dicembre 2014 registrando separatamente tutti gli strumenti, e dobbiamo ringraziare Giorgio Reboldi per l’enorme lavoro svolto insieme. Abbiamo avuto la fortuna di registrare con un mellotron M400 originale nello studio dei fratelli Poddighe, ed è stata un esperienza davvero “fisica” con tutti quei nastri e i famosi otto secondi: ne abbiamo praticamente abusato! Sempre da Altrefrequenze abbiamo iniziato il mixaggio a Maggio 2015, durante il quale abbiamo comunque deciso di incidere nuove parti e modificarne altre.

Durante tutte le fasi siamo stati seguiti da Fabio che ha sempre mostrato rispetto per la personalità della nostra musica, ed è per questo che gli abbiamo sempre permesso di “mettere le mani” dove voleva. Per una band essere affiancati da un produttore richiede la volontà di confrontarsi, saper guardare oggettivamente il lavoro, imporsi per portare avanti ciò in cui si crede e l’umiltà di capire quando le proprie idee non funzionano. Siamo convinti di aver lavorato in questa direzione, e grazie a questo siamo riuscita a concretizzare una valanga di idee che altrimenti non avrebbero acquistato il giusto valore.

A Novembre il disco è passato da Brescia a Genova, nello studio Zerodieci di Roberto Robbo Vigo, perché AMS Records voleva un mix più potente e vicino alle sue esigenze: in questo modo Fabio avrebbe potuto seguire in prima persona i lavori e dare un’impronta più massiccia al sound.

Inizialmente eravamo dubbiosi di questa scelta perché eravamo più che soddisfatti dei risultati ottenuti fino ad ora, e sapere che il nostro “figliolo” fosse a più di 200 km da casa un po’ ci spaventava, ma era giusto arrivare fino in fondo ed ascoltare i consigli di chi è in campo da più tempo di noi.

Il risultato lo potrete ascoltare a breve, possiamo solo dirvi che siamo pienamente orgogliosi dell’esperienza fatta fino questo momento.

“Il Corponauta” è ispirato all’omonimo romanzo di Flavio Emer, un nostro amico purtroppo scomparso ad Agosto, nato con la distrofia muscolare e che, grazie ad un computer, ha saputo trasformare la sua disabilità in comunicazione. La storia di “…un pensiero che scende da un altro pianeta ed entra in un corpo disabile, come un giornalista, e lì scoprirà che nonostante lo spirito voglia andarsene lontano dai limiti, alla fine ha bisogno di questo sgangherato corpo per poter produrre qualcosa che si possa trasmettere alle altre persone”.

Il Paradiso degli Orchi, febbraio 2016

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