Ottima recensione uscita sulla rivista BLOW UP di Giugno 2016:
“Secondo disco per questa band bresciana, ispirato dal romanzo “Il Corponauta” di Flavio Emer, che mostra molto mestiere e perizia tecnica per un genere, il progressive contaminato, che non ne può prescindere. Con cavalcate poderose che sconfinano nell’heavy, un po’ alla Jethro Tull (Il mondo dei pensieri), piuttosto che risapute fioriture per synth tra Genesis e PFM (Specchio), l’album rimane di stretto interesse per gli amanti del genere (per di più disposti all’ascolto di un cd di lunghezza inaudita), ma nel suo ambito è un prodotto di indubbio valore. 7″
Bizzarre