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RECENSIONE DE “IL CORPONAUTA” SU ONDALTERNATIVA

“Il Corponauta è senza dubbio uno dei progetti piu belli e interessanti del 2016.”

 

Un nuova e ottima recensione per “Il Corponauta” a cura di Ondalternativa.

A questo link trovate l’articolo originale: http://www.ondalternativa.it/paradiso-degli-orchi-corponauta/

Grazie a  Gianni Antichi per le belle parole:

Il Corponauta è senza dubbio uno dei progetti piu belli e interessanti del 2016. Ispirandosi alle parole e ai racconti dello scrittore disabile Flavio Emer, Il Paradiso degli Orchi da vita ad 11 brani tra il prog (italiano e inglese in egual misura), l’hard rock e, in parte, l’elettronica.
Emer, scrittore disabile ma estremamente prolifico e preciso nel mostrare il mondo dal suo punto di vista, è purtroppo venuto a mancare pochi mesi prima dell’uscita del disco. Partendo dai suoi racconti tutta via la band bresciana assembla un album che riesce a mescolare un opprimente senso di claustrofobia e chiusura con un’esplosione di suoni e colori, la chiusura e la costrizione fisica con la libertà assoluta che solo l’immaginazione può dare.

Al di la della peculiarità delle liriche questo disco è rimarchevole anche per il sapiente arrangiamento e per il modo in cui i richiami e i tributi vengono utilizzati in maniera organica: nell’intro di “Specchio”, ad esempio, le sonorità sono quelle tipiche del prog italiano (tipo la PFM) ma è impossibile non notare i richiami melodici agli assoli di organo dei Doors. In “Addio al corpo” ad accompagnare la voce narrante suoni cupi e quasi gotici che ricordano i Goblin, altra storica band prog italiana.
Differente invece l’apertura: “Il mondo dei pensieri” è un pezzo più hard rock, che nonostante il tributo pagato ai Jethro Tull (nel flauto traverso che accompagna quasi tutto il pezzo) suona più come un pezzo dei Black Sabbath.
Una menzione particolare poi va ai due pezzi finali, “Deserto” e “Il Gran Finale”, insieme 27:52 minuti di musica di pregevolissima fattura in cui la lunghezza non è mai un peso ma al contrario una ricchezza.

Il Paradiso degli orchi ha insomma prodotto un lavoro di portata enorme, un compendio musicale vastissimo al servizio di una narrativa mai banale, il tutto miscelato insieme alla perfezione.

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Il Paradiso degli Orchi